Terapie intensive: Zangrillo e Bassetti smontano le balle dei media

Già da molto tempo Alberto Zangrillo e Matteo Bassetti cercano di tranquillizzare gli italiani, placando quelli che sono i toni allarmistici di Tv, giornali e mass media sulla questione coronavirus.

Da una parte ci sono i mass media che fanno titoloni, dall’altra c’è chi lavora in ospedale, chi ha ben chiara davanti la situazione, chi lavora in prima linea per guarire i malati, i medici come Zangrillo e Bassetti che, come è ben noto, non sono mai stati d’accordo con le informazioni divulgate da giornali e tv sulla questione.

Come sempre vengono comunicati i numeri dei contagiati, morti e ricoverati in terapia intensiva. Proprio sui ricoveri in terapia intensiva Zangrillo e Bassetti hanno deciso di fare chiarezza.

Il primario di anestesia e terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo è stato ospite di Parenzo e Telese alla trasmissione In Onda, su La7, dove ha specificato che , con la nuova disposizione di legge, un malato che viene ricoverato in terapia intensiva, anche se vi entra per altre patologie che nulla hanno a che fare con il coronavirus, viene sottoposto a tampone. Se dovesse risultare positivo, viene conteggiato tra i pazienti ricoverati in terapia intensiva e inserito nel bollettino giornaliero.

Molti italiani pensano che nel numero di ricoveri in terapia intensiva ci sono pazienti che sono lì a causa del covid, ma non è sempre così. Nella maggior parte dei casi sono pazienti che sono in terapia intensiva per altri motivi, e che sono risultati anche positivi al covid, magari anche asintomatici.

Inoltre Zangrillo ha dichiarato:
«Sono stato autorizzato un’ora fa dal viceministro e collega, professor Sileri, a dire che in questo momento nel Lazio una quota importante dei pazienti ricoverati è in terapia intensiva a causa di patologie pregresse gravi e nel frattempo sono risultati positivi anche al SARS-CoV-2».
«Gli italiani devono conoscere la verità. Dobbiamo avere il coraggio di dire la verità», ha concluso.

Bassetti segue la stessa linea di Zangrillo, sostenendo infatti che non sempre la ragione del ricovero in terapia intensiva è “per covid”. secondo l’infettivologo bisognerebbe distinguere nei bollettini giornaliere i ricoveri “con covid” e ” per covid”, in modo da non terrorizzare gli italiani e dire le cose come stanno effettivamente:

«Non sappiamo quanti siano legati veramente alla polmonite da SARS-CoV-2. Un punto da tenere in opportuna considerazione: la ragione del ricovero in terapia intensiva, per Covid o con Covid» ha dichiarato.


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1 Commento

  1. Stef Menc

    Eh sì, erano proprio BALLE, eh? 35.000 morti da ottobre a metà dicembre!

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