Zangrillo: “il problema non sono le terapie intensive, sono 6 mesi che lo dico”

zangrillo terapie intensive

Dopo qualche giorno di silenzio, Alberto Zangrillo, prorettore dell’Università San Raffaele e responsabile dell’Unità operativa di Terapia intensiva generale e cardiovascolare dell’Irccs San Raffaele di Milano torna a far parlare di se con un post sui social.

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Zangrillo sostiene che alla base di tutta l’emergenza dovrebbe esserci una corretta informazione da parte dei mass media. Questo sta alla base per il corretto funzionamento del sistema sanitario e quindi una migliore gestione dell’epidemia.
Su facebook posta una immagine, una illustrazione che rende bene l’idea della sua linea, sostenendo che sono ben sei mesi che cerca di far capire ciò, ma spesso non viene ascoltato.

Come sostengo da almeno 6 mesi, insieme ai colleghi che di mestiere curano i malati, il problema non sono le terapie intensive. Quando arriviamo li abbiamo già perso“.
Queste sono le sue parole accompagnate dalla illustrazione sopra citata.

Illustrazione terapie intensive di Alberto Zangrillo

Il sistema sanitario in caso di corretta informazione

In pratica Zangrillo sostiene che una corretta informazione, senza allarmismi, sensazionalismo mediatico e terrorismo, accompagnata da un trattamento domiciliare da parte dei medici di base, riduce di molto il flusso al pronto soccorso permettendo al sistema sanitario di funzionare a dovere, sia per quanto riguarda la gestione dei pazienti che hanno contratto il virus, sia per quanto riguarda gli ammalati di altre patologie.

Con il risultato che la maggior parte dei pazienti vengono tempestivamente curati senza il rischio di arrivare in terapia intensiva, e quindi senza il rischio di affollarle.
In pratica un flusso ordinato verso il pronto soccorso dà la possibilità al sistema sanitario di offrire un servizio ottimale senza rischi di collasso.

Il sistema sanitario in caso di allarmismo mediatico

Al contrario, una informazione puramente allarmistica e sensazionalistica genera il caos. Si generano sempre più persone impaurite, angosciate, che chiedono tamponi per un semplice raffreddore. Dall’altra parte sempre più medici impauriti, angosciati e disorientati che non offrono assistenza domiciliare e che non fanno recare i pazienti in ambulatorio, limitandosi a “trattamenti telefonici”.

Questo crea un continuo abbandono dei pazienti che, non avendo altra scelta ricorrono in massa al pronto soccorso, causando una inefficace gestione sia dei pazienti che hanno contratto il virus, sia degli ammalati per altre patologie. Molti finiscono in terapia intensiva per le mancate cure tempestive, e il resto già lo conosciamo….lo abbiamo vissuto nel periodo febbraio – marzo -aprile.

L’allarmismo mediatico crea il blackout del sistema sanitario e centinaia di morti, questo in sintesi è il senso dell’illustrazione di Zangrillo.

 


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