Coronavirus: tamponi fatti nel modo sbagliato, possibile boom di falsi negativi

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Il tampone non è sempre affidabile, e ciò dipende da come lo si fa e da quando lo si fa. Uno studio svolto dai ricercatori cinesi nella città di Wuhan ne mette in dubbio l’affidabilità. Quindi tra i tamponi fatti in tutto il mondo ci sono sicuramente dei falsi negativi, che sono molto più pericolosi degli infetti accertati, perchè interagiscono con i familiari e con la società in quanto asintomatici che non sanno di essere infetti.

I falsi negativi sono situazioni nelle quali l’esito del test esclude il contagio, mentre invece il paziente ha il virus in circolo nell’organismo. Studiosi e clinici in tutto il mondo stanno cercando di comprendere la dimensione del fenomeno.I soggetti cui viene riferita la negatività al tampone tendono a non prendere precauzioni, in molti casi tornano al lavoro, escono di casa. E, ignari di essere infetti, continuano a contagiare le persone intorno a loro.

Come riferito da affaritaliani.it, per quanto riguarda l’Italia:
<<Secondo quanto riporta La Stampa, l’Iss avrebbe fornito un rapporto sbagliato ai medici su come effettuare i tamponi e quando provocando una serie di inconvenienti>>.
L’allarme è stato lanciato dal Presidente del Sis 118, Mario Balzanelli e dal virologo dell’Università di Milano, Fabrizio Pregliasco. In pratica molti medici avrebbero, a causa di linee guida totalmente errate, sbagliato sia le modalità che le tempistiche dei tamponi.

Uno studio della Johns Hopkins School of Public Healt, ha rilevato che tra i tamponi eseguiti al quinto giorno dall’infezione il 38% erano falsi negativi, percentuale che è scesa al 20% all’ottavo giorno, che è quello consigliato dagli autori dello studio per eseguire il test.
Quindi il tampone andrebbe fatto a partire dall’ottavo giorno dall’infezione per essere più attendibile.

Invece uno degli indicatori del monitoraggio epidemiologico a cura di Iss e Ministero della salute punta a un’esecuzione entro tre giorni dall’infezione, per questo si presuppone che i falsi negativi in Italia e nel mondo siano molti di più di quanto possiamo immaginare.
Ma il problema non è solo quando ma anche come si fanno.

Il Professor Gaetano Libra, otorino laringoiatra con una lunga carriera alle spalle presso l’Ospedale Maggiore di Bologna cita il rapporto dell’Iss, numero 11 del 7 aprile dove sono dettate le linee guida su come effettuare il tampone per il covid-19:
«In quel testo si indica una posizione verticale obliqua del tampone, anziché orizzontale rivolta in direzione del canale uditivo, come dovrebbe essere. Con il rischio che, eseguito in questo modo, il tampone non raggiunge la zona dove si raccolgono muco e secrezioni nei quali va ricercato il virus. Inoltre in questo modo c’è il serio rischio di lesioni al cervello e al bulbo olftattivo».

Ora tutti i protocolli sono stati corretti, ma ci chiediamo: quanti tamponi sono stati fatti nelle modalità e tempistiche errate in Italia dall’inizio della pandemia?


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