Qual’è la migliore stoffa, filtrante e allo stesso tempo traspirante, per fare una mascherina fai da te efficace contro il coronavirus?
Diverse aziende e ricercatori stanno studiando materiali di uso quotidiano e li stanno sottoponendo a prove di efficienza filtrante per dare ai consumatori indicazioni utili su quali utilizzare per produrre le proprie mascherine fai da te.
In molti ricorrono al fai da te per la produzione delle proprie mascherine, sia per la scarsa disponibilità sul mercato, sia per i prezzi ancora troppo alti. Tuttavia le norme attuali permettono la produzione homemade dei propri dispositivi di protezione individuale in mancanza d’altro.
Il nuovo DPCM appena firmato dal premier Conte recita nell’articolo 3:
«Per la popolazione generale potranno essere utilizzate, in alternativa alle mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso».
Ma se siamo costretti a fare la nostra maschera, qual è il materiale più adatto per realizzarla?
Il miglior materiale domestico per fare una mascherina fai da te fatta in casa
I ricercatori dell’Università di Cambridge hanno testato una vasta gamma di materiali domestici per maschere fatte in casa. Per misurare l’efficacia, hanno sparato batteri Bacillus atrophaeus (0,93-1,25 micron) e Bacteriophage MS virus (0,023 micron di dimensione) su diversi materiali domestici.
Hanno misurato la percentuale che i materiali potevano catturare e li hanno confrontati con la più comune maschera chirurgica. Di seguito i risultati del test:
- maschera chirurgica 97%,
- sacchetto dell’aspirapolvere 95%,
- panno da cucina 83%,
- misto cotone 84%,
- 100% cotone 69%,
- federa antimicrobica 65%,
- sciarpa 62%,
- federa 62%,
- biancheria 60%,
- seta 58%.
Non sorprende che la maschera chirurgica abbia dato i risultati migliori, catturando il 97% dei batteri di 1 micron. Eppure ogni singolo materiale ha filtrato almeno il 50% delle particelle. I miglior risultato è stato ottenuto dal sacchetto dell’aspirapolvere (95%), il panno per i piatti (strofinaccio da cucina), il tessuto della camicia in misto cotone (74%) e la camicia in cotone 100% (69%).
Mascherine fatte in casa contro i virus
Il test di cui sopra ha utilizzato batteri grandi 1 micron, ma il coronavirus è solo 0,1 micron – dieci volte più piccolo. Le maschere fatte in casa possono catturare particelle di virus più piccole? Per rispondere a questa domanda, gli scienziati hanno fatto un ulteriore test sugli stessi materiali sparando particelle di Bacteriophage MS2 di 0,02 micron (5 volte più piccole del coronavirus). Di seguito i risultati:
- maschera chirurgica 89%,
- sacchetto dell’aspirapolvere 86%,
- panno da cucina 73%,
- misto cotone 70%,
- 100% cotone 51%,
- federa antimicrobica 68%,
- sciarpa 49%,
- federa 57%,
- biancheria 62%,
- seta 54%.
Come è possibile notare, con particelle più piccole simili al coronavirus i dati sono stati quasi completamente stravolti. Tuttavia, tutti i materiali fatti in casa sono riusciti a catturare il 50% o più delle particelle di virus (ad eccezione della sciarpa al 49%).
E se applicassimo più strati di tessuto per produrre la nostra mascherina?
Se il problema è l’efficacia della filtrazione, le maschere funzionerebbero meglio se raddoppiassimo con due strati di tessuto? Gli scienziati hanno testato le particelle di dimensioni batteriche contro le versioni a doppio strato del panno da cucina, della federa del cuscino e dei tessuti per camicie in cotone al 100%. Di seguito i risultati:
- maschera chirurgica 97%,
- panno da cucina 97% (83% con un solo strato),
- 100% cotone 71% (69% con un solo strato),
- federa 63% (62% con un solo strato).
Nel complesso, i doppi strati non hanno aiutato molto. La federa a doppio strato ha catturato l’1% di particelle in più e la camicia a doppio strato ha catturato solo il 2% di particelle in più. Eppure lo strato extra di stoffa per i piatti ha aumentato le prestazioni del 14%. Questo aumento ha reso il panno per i piatti efficace come la maschera chirurgica.
Guardando i dati, l’asciugapiatti e il sacchetto dell’aspirapolvere erano i materiali più performanti. Tuttavia, i ricercatori non hanno scelto questi materiali come i migliori per le maschere fai da te.
Quali materiali per le maschere fai da te sono i più traspiranti?
La risposta sta nella traspirabilità. Quanto sia facile respirare attraverso la maschera è un fattore importante che influisce su quanto sia confortevole. E il comfort non è solo un lusso. Il comfort influenzerà la durata della maschera. Fortunatamente, oltre all’efficacia delle particelle, i ricercatori hanno testato la caduta di pressione su ogni tipo di tessuto. Questo ci dà una buona indicazione di quanto sia facile respirare attraverso ogni materiale.
Anche se il panno per i piatti e il sacco dell’aspirapolvere hanno catturato il maggior numero di particelle, sono meno traspiranti. Con due strati, il panno per piatti è ancora meno traspirante del singolo strato. Al contrario, la federa, la maglietta, la sciarpa e la biancheria sono più traspiranti.
Basandosi sulla cattura delle particelle e sulla traspirabilità, i ricercatori hanno concluso che le magliette di cotone e le federe in cotone sono la scelta migliore per le maschere fai da te.
In conclusione questi materiali filtrano circa il 50% di particelle di 0,2 micron, di dimensioni simili al coronavirus. Sono anche traspiranti come le maschere chirurgiche, il che li rende abbastanza comodi da poter essere indossati per diverse ore. Raddoppiando gli strati di materiale per la maschera fai da te si ottiene un piccolissimo aumento dell’efficacia di filtrazione, ma rende la maschera molto meno traspirante.