Fate molta attenzione al Fuoco di Sant’Antonio: pazienti colpiti, cause,sintomi e rimedi

Fate molta attenzione al Fuoco di Sant'Antonio! Può causare cecità e sordità. Ecco in quali casi

Il Fuoco di Sant’antonio si manifesta quando si risveglia il virus della varicella. Ecco i pazienti che ne vengono colpiti, le cause e i rimedi per alleviare il dolore.
Fate molta attenzione al Fuoco di Sant'Antonio! Può causare cecità e sordità. Ecco in quali casi

Ricordate la Varicella? Quel virus che avete probabilmente contratto e superato durante la vostra infanzia? Bene, se pensate che sia finita lì vi sbagliate di grosso.
Una volta superata la varicella, il virus Varicella zoster non viene completamente debellato dall’ organismo, ma rimane semplicemente inattivo senza provocare alcun problema di salute. Alla guarigione dalla varicella infatti, il sistema immunitario elimina il virus dalla maggior parte del corpo, ma purtroppo questo virus si rifugia nelle cellule nervose, nel ganglio dorsale, adiacente al midollo spinale, o nel ganglio semilunare, alla base del cranio. Lì resta inattivo o latente, cioè in una fase di “letargo” fino a quando, per qualche motivo, potrebbe riattivarsi e comparire sotto forma di Fuoco di Sant’Antonio o herpes zoster.

Il Fuoco di Sant’Antonio chiamato anche erisipela, è un’infezione batterica della pelle che coinvolge tipicamente il sistema linfatico. Viene chiamato in questo modo data l’ardente intensità dolorosa dell’eruzione cutanea che provoca dolore, bruciore e insopportabile pizzicore sulla zona colpita. Prima dell’introduzione degli antibiotici, l’erisipela era una malattia molto temuta, specialmente nei bambini. E ‘stato identificata nel XI secolo, dove essa e un gruppo di altre malattie sono stati nominate collettivamente come Sant’Antonio, il santo patrono delle cause perse, perchè nel medioevo la maggior parte di quelli che contraevano questa malattia non riuscivano a sopravvivere.

Il Fuoco di Sant’Antonio si manifesta con un’eruzione cutanea ricca di vescicole, di solito a forma di fascia e limitata a un solo lato del corpo, però può anche presentarsi anche sul viso, vicino agli occhi o nei pressi delle orecchie.
Di solito, dopo aver consultato il medico e fatto le dovute cure, l’Herpes Zoster si risolve in circa 3-5 settimane, ma in alcuni casi può avere delle gravi complicazioni.
La più grave è quando questo virus attacca nervo trigemino e colpisce il viso nella zona degli occhi, può danneggiare la cornea e causare addirittura la cecità.
Se invece coinvolge l’orecchio (caso per fortuna raro), attaccando il nervo vestibolo-cocleare, si rischiano vertigini e la perdita dell’udito.

Il Fuoco di sant’Antonio è estremamente contagioso! Non bisogna mai toccare le vescicole di una persona infetta altrimenti molto probabilmente avviene il contagio. Così come la varicella, quando le vescicole si trasformano in croste la malattia non è più contagiosa.

Fuoco di Sant’Antonio: cause e sintomi

I soggetti maggiormente colpiti da questa malattia sono quelli che, per qualsiasi motivo hanno le difese immunitarie basse e coloro che non hanno mai contratto la varicella, ne si sono vaccinati per questo tipo di virus. In queste condizioni è molto più facile che l’ex virus della varicella si riattivi. I motivi per cui le difese immunitarie si abbassano esponendoci al Fuoco di Sant’Antonio possono essere molteplici, tra i quali: trattamenti farmacologici particolari in corso, età avanzata e forte stress.
L’ erisipela è spesso causata da un tipo specifico di batteri noti come gruppo A Streptococcus (Streptococco A) . Può essere causata meno comunemente da altri tipi di batteri da streptococco o stafilococco . Alcuni casi di erisipela sono associati a lesioni della pelle, come ad esempio un’abrasione, un taglio o un trauma che consente lo sviluppo dell’infezione. Tuttavia, la maggior parte dei casi di erisipela inizia sulla pelle intatta e su parti del corpo in cui il sistema linfatico è ostruito.

Nell’ antico medioevo il Fuoco di Sant’Antonio si manifestava principalmente sul viso, ora invece si manifesta nella maggior parte dei casi sugli arti inferiori. Ciò è dovuto alla prevalenza dello streptococco di gruppo A rispetto al tipo che causa l’infezione facciale ( Streptococcus pyogenes ).

Una serie di sintomi tipicamente precedono la comparsa dell’eruzione da quattro a 48 ore e possono includere:

  • febbre,
  • brividi,
  • stanchezza,
  • vomito,
  • sensibilità al tatto,
  • formicolio,
  • prurito,
  • macchie rosse sulla pelle (dove in seguito appariranno le vescicole).

Massimo 48 ore dopo tali sintomi l’ eruzione cutanea apparirà subito dopo come una macchia rossa, calda, gonfia, lucida. Ha confini chiaramente definiti e ha una consistenza materica simile a quella di una buccia d’arancia.

Fuoco di Sant’Antonio: trattamento e rimedi

Di solito questa malattia viene curata con antibiotici, farmaci antivirali e altri prodotti farmacologici per uso topico prescritti esclusivamente dal medico curante. Tuttavia possiamo darvi dei consigli per ridurre il fastidio e il dolore a cure in corso:

  • utilizzate solo sapone neutro per evitare di irritare ulteriormente la pelle,
  • lasciate la zona colpita libera di respirare,
  • evitate talchi o creme sulla zona colpita, a meno che non sia il vostro medico a prescrivervi prodotti specifici per uso topico,
  • fate impacchi freddi.


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1 Commento

  1. ArtekFantasy

    A volte non ci sono eruzioni cutanee, il virus rimane solo nei nervi

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