Cosa accade 3 giorni prima che si manifestino i sintomi da contagio per Coronavirus? Ecco l’importante scoperta di un team di ricercatori di Hong Kong.
Uno studio appena pubblicato sulla rivista Nature e condotto da ricercatori cinesi, evidenzia come si possa già essere contagiosi 2-3 giorni prima della comparsa dei sintomi. Potrebbe essere questa la risposta all’enorme diffusione del Covid-19 nel mondo.
Dopo mesi di studi ed osservazioni scientifiche forse arrivano le prime informazioni che riescono a spiegare per quale motivo il Coronavirus Sars-cov2 risulta essere molto contagioso e parecchio aggressivo, soprattutto in determinate fasi.
È del 15 Aprile la pubblicazione di uno studio fatto presso l’ università di Hong Kong dal team di E. Lau, successivamente pubblicato sulla rivista Nature Medicine.
In pratica quello che è emerso è che il virus Covid-19 può essere trasmesso anche 3 giorni prima che l’ignaro contagiato inizi a manifestare i sintomi. Per cui appare chiaro che un paziente è già contagioso anche se non sa di essere malato. Tutto ciò non fa altro che contribuire ad una maggiore trasmissione.
Questa non sarebbe una notizia positiva in quanto vorrebbe dire che esiste un intervallo di tempo che intercorre tra il contagio e la manifestazione dei sintomi che permetterebbe di innescare dei contagi a catena.
E’ proprio in casi come questi che appare sempre più evidente quanto sia importante l’uso dei dispositivi di protezione, i quali dovrebbero sempre essere utilizzati proprio per evitare questo meccanismo. In questo modo chi non sa ancora di essere infetto, può limitare i danni e non contagiare in modo esponenziale chi gli sta accanto.
Questo ci permette di non doversi accontentare di “misure tardive” le quali, oramai, potrebbero non essere più utili visto il contagio già avvenuto.
Come si legge nel sito Il Giornale , l’ equipe del professor Eric Lau, ha osservato complessivamente 94 pazienti positivi al Covid-19 i quali si trovavano ricoverati presso l’ospedale di Guangzhou Eighth People in Cina. A loro sono stati ripetuti i tamponi alla gola fino a 32 giorni dopo l’avvenuto contagio. Per un totale complessivo di 414 tamponi analizzati.
I ricercatori hanno avuto modo di notare che la carica virale era molto più elevata soprattutto nella fase iniziale del contagio, dunque a fronte dei primissimi sintomi. a questo punto gli studiosi hanno potuto elaborare un modello basato sui profili di infettività da Covid-19 il quale era differente dal campione delle 77 coppie di trasmissione a partire dai dati pubblici.
In pratica ogni coppia prevedeva la presenza di 2 pazienti affetti da Sars-Cov2 e questi presentavano dei chiari segni di legame epidemiologico, ciò probabilmente era dovuto al fatto che uno aveva infettato l’altro, per cui erano strettamente connessi tra di loro.
Proprio in funzioni dei dati osservati è emerso che con ogni probabilità il contagio da paziente 1 a paziente 2 è iniziato circa 3 giorni prima della comparsa dei primi sintomi, soprattutto si è osservato un picco elevatissimo in corrispondenza del giorno precedente alla manifestazione del contagio (per poi ridursi notevolmente entro i sette giorni dalla comparsa dei sintomi).
Da qui emerge che circa il 45% dei casi secondari è stato infettato durante la fase pre sintomatica in cui il paziente 1 non sapeva di essere infetto, tanto meno di poter infettare altri.