Kalanchoe: la pianta che mi ha guarito dal cancro.Testimonianza

Enrique Carriòn ha voluto condividere la sua testimonianza di guarigione da un carcinoma, con trombo della vena porta. Guarigione, a suo parere, ottenuta grazie ad una sana alimentazione  e all’assunzione di una pianta: la Kalanchoe Daigremontiana e Pinnata.
kalanchoe la pianta che mi ha guarito dal cancro insieme all' alimentazione

 

Kalanchoe daigremontiana

Kalanchoe daigremontiana

 

Kalanchoe pinnata

Kalanchoe pinnata

Di seguito la video testimonianza di Enrique Carriòn. Buona visione.

Il cancro è una delle malattie che causa più morti ogni anno. Per curare, o prelomeno prolungare la vita dei pazienti, i medici ricorrono a determinati trattamenti. Il problema è che tali trattamenti, oltre a uccidere le cellule cancerose, uccidono anche cellule sane.

Poiché questi trattamenti sono molto aggressivi, una parte delle persone preferisce evitarli. Tuttavia, alcuni non si arrendono e cercano alternative naturali per trattare il loro problema.
Oggi parleremo di una pianta che ha causato una grande rivolta in tutto il mondo per le sue incredibili proprietà.

La pianta di cui stiamo parlando è conosciuta come Kalanchoe, appartenente alla famiglia dell’ Aloe.

È un arbusto perenne, composto da oltre cento specie. Questa pianta è originaria del Madagascar. Alcune specie provengono dal sud e sud-est dell’Africa, India, Cina e Brasile.

L’intera pianta (foglie e stelo) può essere utilizzata, come evidenziato dalla testimonianza di Enrique Carriòn, per trattare efficacemente il cancro. Tuttavia, le sue proprietà medicinali sono conosciute in Africa, America Latina e Asia.

Kalanchoe: proprietà medicinali

Alcune specie di Kalanchoe possono essere applicate in diverse aree del corpo per curare ferite anche molto profonde. Questa pianta aiuta anche a combattere l’ipertensione, colica renale, diarrea, malattie psicologiche (schizofrenia, attacchi di panico e paura).  Come sopra citato, è anche molto efficiente nell’ aiutare a combattere le malattie delle cellule, in particolare il cancro.
Si pensa che le sue foglie abbiano la capacità di fermare la diffusione, la proliferazione e l’auto-rinnovamento delle cellule tumorali. Tutto questo grazie alla sua speciale composizione organica. Tra le altre cose, questa pianta contiene flavonoidi, acidi grassi e triterpenoidi come i bufadienolidi.

Molti studi hanno dimostrato che questi composti causano attività citotossiche contro diverse linee di cellulari tumorali.

I tipi di kalanchoe più noti per tale scopo sono: kalanchoe pinnata il (Bryophyllum pinnatum), kalanchoe gastonis-bonnieri (Bryophyllum gastonis-bonnieri) e kalanchoe daigremontiana (kalanchoe daigremontiana).

Secondo Josep Pámiees, agricoltore e fondatore dell’associazione no-profit Dulce Revolution,  tutte le specie di kalanchoe hanno proprietà medicinali utili per la lotta contro il cancro. Di seguito vi mostriamo un video di Josep Pámiees a riguardo.

Come si usano le foglie di kalanchoe?

La parte utilizzata sono principalmente le foglie mangiate crude, o utilizzate esternamente.

Uso esterno

Le foglie vanno schiacciate come un impiastro, oppure si possono spremere manualmente o con una centrifuga, fino ad ottenere il succo, che andrà miscelato con dell’olio vegetale da utilizzare poi sul corpo come un unguento. Usato così, la pianta ha proprietà antinfiammatoria, antiemorragica e astringente.

Uso interno

Le foglie si possono mangiare crude da sole, o mescolate in insalata, oppure sotto forma di succo, aggiungendo un po’ di acqua per dare più volume, o allungato con dei succhi di frutta freschi. In alternativa va bene l’anche l’infuso delle foglie.

Dosaggio: per uso interno si possono consumare fino a 30 grammi di foglie fresche al giorno (più o meno la dimensione di una carta di credito).
Per la preparazione dell’infuso si usa la foglia nella quantità di un cucchiaio da minestra per 250 ml d’acqua (una tazza circa). Da assumere tre infusi al giorno a stomaco vuoto, prima di ogni pasto (colazione, pranzo e cena).

Controindicazioni

Non usare durante la gravidanza, perché il consumo di foglie di Kalanchoe può stimolare le contrazioni uterine e quindi favorire l’aborto.

E’ sconsigliato un consumo prolungato. In genere si consiglia di consumare le foglie tutti i giorni, per un mese di seguito, per poi effettuare una pausa di 15 giorni.

Tutte le piante del genere Kalanchoe contengono bufadienolidi, che sono glicosidi cardiaci. Per questo motivo nei pazienti affetti da malattie cardiache, o che in passato ne hanno sofferto, prima dell’uso è caldamente consigliato un consulto medico.

Gli studi clinici condotti sulle piante di Kalanchoe indicano che i suoi componenti possono essere tossici sull’organismo se si supera un dosaggio pari a 5 grammi giornalieri per kg di peso. In una persona che pesa 60 kg il limite sarebbe dunque di 300 g di foglie di Kalanchoe al giorno, un dosaggio che è comunque 10 volte superiore a quello consigliato da Josep Pàmies, ovvero 30 g al giorno.


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