Insalate in busta con pesticidi e metalli pesanti. I motivi per dire NO. Dai danni alla salute a quelli ambientali

Le insalate in busta fanno male, sono piene di metalli pesanti

Spesso mangiamo le insalate in busta senza sapere cosa contengono all’ interno della confezione: un mix di metalli pesanti e pesticidi.
Le insalate in busta fanno male, sono piene di metalli pesanti

Sulle nostre tavole apparecchiate sempre più spesso compaiono pietanze confezionate e già pronte al consumo. Basti pensare che, nell’ultimo anno, l’utilizzo di tali alimenti è aumentato di oltre il 5%!
Vuoi la fretta di preparare in poco tempo, la poca voglia di cucinare o le esigenze lavorative, spingono sempre più persone ad affidarsi a tali cibi pronti per il consumo istantaneo. Alcuni di quelli più in voga attualmente sono le insalate in busta.
Ne esistono tantissimi marchi e ogni supermercato o discount ne vende di vario genere: dal songino all’ insalata mista, iceberg, rughetta, indivia e non solo…

Ma quanto sono sicure le insalate in busta?
L’ insalata in busta fa male?
Cosa contiene al suo interno?
Come viene lavata?
Di seguito risponderemo a tutte queste domande.

Proprio per salvaguardare i consumatori e smascherare eventuali truffe ai loro danni, sono stati effettuati dei test in laboratorio condotti da IL SALVAGENTE i quali svelano cosa si nasconde dentro le insalate in busta. Già in passato, in una delle loro inchieste, furono rinvenute ingenti quantità di glifosato all’interno alcuni tipi di pasta in commercio.

I test condotti sulle insalate in busta

Sono stati condotti dei test in laboratorio prendendo in considerazione 10 differenti marchi di insalate confezionate (in particolar modo il lattughino). Al loro interno non è emersa la presenza di batteri rilevanti come ad esempio: Escherichia coli, Listeria, Salmonella o altro; tuttavia sono state trovate tracce di metalli pesanti come pesticidi, piombo cadmio e altri metalli potenzialmente cancerogeni per l’uomo. Per non parlare dei conservanti che aiutano l’insalata a mantenersi intatta per più tempo possibile.
Da queste analisi è emerso che la maggior parte delle insalate pronte all’ uso, non sono risultate del tutto pulite, infatti in laboratorio sono state trovate tracce di pesticidi che, nella stessa insalata, potevano essere anche di 4 diverse tipologie. Un mix che, se pur nella norma, non è tollerabile e non ha impatto zero.
La presenza di questi trattamenti fitosanitari risulta essere nei limiti permessi dalla legge ma questo non è certo un dato rassicurante per il consumatore in quanto il problema vero sta nella somma di tutti i componenti classificati e negli eventuali effetti; tale dato che verrà presto affrontato dall’ Efsa: Autorità europea per la sicurezza alimentare.

Effettuando le dovute analisi, uno dei metalli pesanti molto presente nelle insalate è risultato il CADMIO, il quale è molto dannoso per l’organismo umano: la Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) lo ha classificato nel gruppo 1 tra le sostanze giudicate cancerogene per l’essere umano.
Le tracce di Cadmio presenti dell’insalata vanno attribuite sia al terreno (che ne contiene) ma anche all’uso eccessivo di certi fertilizzanti che ne vanno ad amplificare la presenza.
Basti pensare che livelli così alti di cadmio non si sono mai registrati né all’interno del riso (picco massimo 0,04 mcg/kg) né nel pesce ( 0,02 milligrammi/chilo).
Tra le 10 marche analizzate, due presentavano alti livelli di tale sostanza, mentre altre 2 avevano un valore molto vicino alla soglia limite. Le insalata risultate “pulite” da tale metallo pesante sono state Bonduelle ed Ecor.

Anche il piombo è un altro dei metalli pesanti abbastanza ricorrente all’interno di queste tipologie di insalate, in ogni caso, i suoi valori non sono esagerati; l’insalata in busta con il valore più basso di questo metallo è quella della Coop.

Aldilà di tutto ciò che è stato sopra descritto, il Professor Berrino sostiene che bisogna sempre far attenzione a quello che ingeriamo e come lo facciamo perché noi siamo quello che mangiamo, e visto che tutto viene proprio dalla terra, è buona abitudine rispettare la natura, rispettare il cibo e i microbi (quelli buoni) che sono sul cibo. Secondo il professore è assolutamente sbagliato mangiare cibo sterile ed industriale privo di quella flora batterica indispensabile per il benessere del nostro intestino. Ma se noi acquistiamo l‘insalata in busta, questa prima di essere confezionata, viene lavata con disinfettanti a base di cloro, i quali garantiscono sì un lavaggio efficace, ma uccidono tutto quel film di microbi indispensabili per il benessere intestinale che si trovano sulle foglie.

Di seguito l’intervento integrale del prof. Berrino

Il danno ambientale che provocano le insalate in busta

Oltre ai possibili danni alla salute che possono provocare le insalate imbustate, possiamo parlare anche di quelli ambientali, e certamente non sono di minore importanza. Vi chiederete il motivo…Be è semplicissimo: queste insalate sono chiuse all’interno di buste di plastica, e se calcoliamo che non tutti effettuano la raccolta differenziata, acquistando l’insalata già pronta, non facciamo altro che produrre ulteriori rifiuti che vanno ad accumularsi alla tanta plastica già presente che sta inquinando il nostro pianeta irrimediabilmente.

Insalate in busta: accorgimenti

  1. Per le persone fortemente intolleranti, altamente allergiche o per le donne in gravidanza sarebbe opportuno evitare di acquistare queste insalate.
  2. Là dove necessario, è buona abitudine risciacquare nuovamente l’ insalata aggiungendo del bicarbonato all’interno così da igienizzarla al meglio.
  3. E’ buona abitudine anche controllare sempre il contenuto della busta così da evitare spiacevoli sorprese al suo interno, essendo un prodotto della terra non è improbabile trovare dell’ altro suo interno.
  4. E’ sempre buona norma consumare tutta l’insalata dopo l’apertura della busta senza riporne una parte in frigo.


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