Il cannabidiolo (o CBD) è il principale componente non psicoattivo presente nella Cannabis sativa. Può essere presente anche nelle foglie della cannabis o nel luppolo.
L’utilizzo di tali sostanze si è prestato a numerose controversie da un punto di vista legale, soprattutto alla luce delle diverse interpretazioni ed applicazioni (errate) che si sono avute per quanto concerne la Marijuana. Tuttavia, nonostante certi divieti, limitazioni e quant’altro non si può certo negare l’evidenza e ciò ha portato a prendere atto quanto, un uso moderato e terapeutico della cannabis, possa avere effetti benefici sull’organismo agendo su vari fronti.
Questo soprattutto perché si è visto come il CBD non ha effetti psicoattivi e stupefacenti come invece possiede il delta-9-tetraidrocannabinolo (nonché il principale agente psicotropo della cannabis). L’uso terapeutico della marijuana è fatto noto già in tempi molto antichi tanto che, ancora oggi in alcune culture, questa è usata per trattare alcune patologie, curare ed alleviare determinati sintomi.
Con il passare del tempo la cannabis ha iniziato ad essere oggetto di studio tanto che la comunità scientifica è quasi stata costretta a farsi carico di ricerche più approfondite le quali hanno dato vita a risultati davvero sorprendenti e incoraggianti; tutto questo non ha fatto altro che indebolire le voci che demonizzavano l’uso di tale sostanza a prescindere da tutto. Grazie a prove scientifiche tangibili si è potuto date vita a conoscenze pratiche e testimonianze vere che accertano e comprovano l’efficacia di tale sostanza.
Proprietà e benefeci pratici del cannabidiolo
Prima di parlare ed approfondire i fattori terapeutici che si hanno con l’uso del CBD, è bene specificare un fattore importantissimo emerso dai tanti studi condotti: il corpo umano è naturalmente predisposto alla cannabis poiché all’interno del nostro cervello è presente un vero e proprio sistema endocannabinoide costituito da recettori contenuti nelle cellule del corpo umano. Queste interagiscono con sostanze endocannabinoidi e si presentano molto simili ai cannabinoidi presenti nella Cannabis.
Il sistema endocannabinoidale si attiva in automatico quanto proviamo certe emozioni come ad esempio: il piace, l’euforia; inoltre ci permette di migliorare il sonno, calmarci e rilassarci. Agisce attivamente sul funzionamento del sistema immunitario ma anche sull’apparato cardio-circolatorio e nervoso.
Ne 2013 sono stati condotti degli studio, successivamente pubblicati dalBritish Journal of Clinical Pharmacology.
Evidenze scientifiche hanno dimostrato come la cannabis abbia molteplici effetti benefici, tra i quali: Antiossidante, Antinfiammatorio, Anticonvulsivo, Antiemetico, Ansiolitico, Antipsicotico. Ma vediamo nel dettaglio come agisce sul corpo umani e quali sono i benefici del cannabidiolo.
Antidolorifico contro il dolore persistente.
All’interno di questa sostanza non psicoattiva possiamo trovare un elevato potere analgesico ed antidolorifico naturale che permette di trattare diverse tipologie di dolore. Ad esempio può alleviare fastidi cronici derivanti da malattie come l’artrite e la fibromialgia. Il suo ruolo è quello di inibire la trasmissione del dolore grazie ai recettori dislocati nel nostro corpo.
Il suo potere analgesico è stato fortemente osservato all’interno di svariati studi, uno in particolare del 2012 pubblicato sul Journal of Experimental Medicine, il quale ha rilevato come il cannabidiolo riduca significativamente il dolore ed agisca come analgesico.
Agisce sulle cellule cancerose.
Gli effetti benefici del cannabidiolo si possono riscontrare anche per quanto riguarda il Cancro.
Ovviamente sono si tratta di poteri miracolosi o la sostituzione completa di medicinali. Le sue proprietà benefiche sono state riscontrate e poi elaborate in uno studio del 2006 sul Journal of Pharmacology e Experimental Therapeutics. Tale studio ha rilevato come la cannabis possa influire inibendo in modo sostanziale la crescita di determinate cellule tumorali soprattutto quelle del seno, ai polmoni e al colon.
Antinfiammatorio.
Una delle caratteristiche più importanti, oltre a quelle già annoverate, è quella del suo potere antinfiammatorio. Tale caratteristica fa si che questo estratto della cannabis possa essere utilizzato per il trattamento si stati infiammatori legati a particolari malattie. In altre parole possiamo dire chequesta sostanza inibisce il rilascio di certe molecole le quali creano l’infiammazione. Se poi quest’ultima diventa cronica può avere effetti collaterali sull’uomo fino a causare danni ai tessuti. Ecco perché è un bene non sottovalutare il suo potere essendo qualcosa di completamente naturale. Ovviamente ci sono delle regole da seguire e delle dosi da rispettare, perché è certo che non si può pretendere di averne un effetto benefico fumando della Marijuana.
Un aspetto da tener presente è che, oggi come oggi, si utilizzano tanti analgesici e medicine come l’aspirina, l’ibuprofene e corticosteroidi; tutti farmaci affidabili ma dagli effetti collaterali anche molto gravi.
Già nel 1985 era stata evidenziata una sua risposta antinfiammatoria nel corpo umano, successivamente ai numerosi studi si è approfondito l’argomento indagando a fondo sulle possibili applicazioni dei cannabinoidi in ambito medico e terapeutico, soprattutto a partire dal 2017, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pubblicò uno studio in merito.
Rallenta l’avanzamento di malattie neurodegenerative
Sostanze contenute al’ interno del CDB, hanno un elevatissimo potere antiossidante; ben più forte della Vitamina C ed E. Il cannabidiolo è capace di impedire gli effetti tossici del neurotrasmettitore glutammato e delle ROS, ossia specie di ossigeno radicale nel cervello. Così facendo va ad impedire la morte di cellule cerebrali.
Stando ad alcuni studi questa sostanza sarebbe capace di agire in modo terapeutico su malattie come il Parkinson e l’Alzheimer.
Contrasta l’epilessia
Si tratta di nuovi studi scientifici che hanno permetto di osservare come sia migliorata le vita di coloro che erano affetto da questo disturbo.
Assumendo in modo controllato il CBD si è visto come fosse in grado di agire efficacemente e meglio di altri farmaci. Ovviamente tali tecniche sono in via di maggiori sperimentazioni ma le scoperte fatte sono davvero incoraggianti, soprattutto per coloro che soffrono di epilessia resistente al trattamento farmacologico.
Gli effetti benefici del CBD non finiscono qui. La sua efficacia si è dimostrata tale anche per ridurre stati di ansia, migliorare il sonno, calmare la nausea, migliorare i problemi di artrite reumatoide, migliorare gli alti valori della glicemia e favorire il buon funzionamento dell’apparato cardio-vascolare.
A proposito di questi ultimi due punti, secondo alcuni studi, si è visto come l’assunzione di CBD corrispondesse ad un minor livello Colesterolo nel sangue e di insulina, conseguentemente di diabete di tipo 2. Quindi una prova concreta di come il cannabidiolo protegge dai danni cardio-vascolari.
Dosi ed effetti collaterali
Gli effetti collaterali che sono stati osservati nn sono eccessivamente nocivi. Si potrebbero manifestare disturbi come ad esempio un lieve abbassamento della pressione, sensazione di leggerezza, giramento di testa, secchezza di bocca o leggera asma.
Per quanto concerne le dosi è ovviamente buona cosa rivolgersi ad un medico che sia capace di darci un’indicazione specifica e solitamente basata anche sulle caratteristiche fisiche del paziente (visto che queste sono importantissime).
Secondo le indicazione generali riportate dal Dr. Abraham Benavides, M.D. abbiamo tre diversi tipi di dosaggio e sono:
- Basso 0.2 mg di CBD per chilogrammo di peso
- Medio 1 mg di CBD per chilogrammo di peso
- Alto 1,5 mg di CBD per chilogrammo di peso
Ovviamente queste dosi sono riferite al cannabidiolo puro e non all’olio di Cannabis che, ovviamente, avrà modi di somministrazioni differenti e un diverso dosaggio. Ad ogni modo vi consigliamo di chiedere il parere di un medico per non incappare in sovradosaggi.